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inverno, 1996: la M/N Karalis incagliata sull'isolotto di Serpentara, a poche ore di navigazione dal porto di Cagliari |
Mai sottovalutare le operazioni di imbarco su un traghetto! Tutto congiura perché una cosa in apparenza semplice diventi uno dei momenti più critici nel contesto di un viaggio. Ma, alla fine, è solo una faccenda di nervi. Come la staccata ad un tornante cieco. Impostazione mentale: "loro" non hanno idea di quello che fanno e sono tenuti a fare tutto quello che vuoi tu. Il concetto sarà chiaro quando si avrà fatto conoscenza con portuali e marittimi. Persone degnissime, ma in quelle condizioni, duole dirlo, grado zero della civiltà. L'avventura comincia al chek in: in certi porti, come Genova, al chek-in appongono uno schifoso adesivo la cui colla è meledettamente tenace; un consiglio è fare in modo che non venga attaccato su parti verniciate, ma, per esempio, sul faro. A questo punto si è pronti all'imbarco. Passato il chek in, è un momento furbo per sistemare il bagaglio in funzione della traversata, cioè per non dover "scavare" nelle valige a caccia del liquido delle lenti quando si è nella stiva (48 gradi c, costanti tutto l'anno). Imbarcarsi prima possibile è un modo per starsene seduti al fresco un po' di più; certo, la vita di bordo non è entusiasmante, ma la banchina non è certo migliore, quindi a bordo! Siamo così all'imbarco: le moto salgono davanti alle macchine. Generalmente i marinai si limitano a smistare verso il punto dove i portuali legheranno la moto (attenzione alla distinzione tra omini in divisa e omini in tuta da lavoro: i primi sono equipaggio del traghetto; i secondi sono gli operai della compagnia portuale (quindi parleranno con accento del porto di imbarco); i primi sono gente -a modo loro- seria, gli altri sono un po', come dire, meno reattivi dal punto di vista mentale; il problema è che questi ultimi sono quelli che mettono le loro zozze manacce sulla tua preziosa motina). Come se non bastasse, equipaggio e portuali danno spesso indicazioni contraddittorie. Le manovre di accesso al garage vanno assolutamente fatte con molta calma e attenzione. Il fondo del traghetto è infido, scivoloso e disseminato di punti di ancoraggio del carico (piccole "calotte" circolari di una quarantina di cm di diametro che sporgono un poco dal fondo della nave) che sembrano creati apposta per fare inciampare o incastrare un motociclista. Quindi occhio. Se bisogna salire una rampa, è meglio attendere che questa sia completamente libera e ignorare quelli che mettono fretta: calma e gesso! Questo è in assoluto il momento critico: l'ancoraggio della moto: il principio è cavalletto laterale fuori, prima inserita e moto inclinata contro la "parete"; qualunque altra cosa dicano, a meno di differenti organizzazioni del carico (sempre possibili), hanno torto. Altra eccezione: le supertourer, il cui peso giustifica un ancoraggio a partire dal cavalletto centrale. Qualcuno, oltre alla prima marcia inserita, ferma la moto bloccando anche il freno anteriore tirando la pinza con un elastico. Se si è costretti a utilizzare il cavalletto centrale, il rischio maggiore è che questo finisca per chiudersi a causa dei movimenti della nave. Un trucco per evitare l'inconveniente e' quello di legare saldamente la barra trasversale di irrigidimento del cavalletto alla ruota anteriore. Stracci a portata di mano: servono negli eventuali punti in cui la moto dovesse toccare contro parti della nave e per proteggere la moto dalle schifose cordacce di ancoraggio. C'è anche chi si porta cinghie autobloccanti e pezzi di materassino da campeggio. Se non si è abbastanza pratici di nodi e di stivaggi (direi di no, se siete arrivati fin qui) è necessario aspettare che un portuale venga a legare la moto, standogli alle costole finché non ha finito, facendogli capire nel modo più fastidioso possibile che si sta tenendo d'occhio quello che sta facendo; questo li innervosisce ma li costringe a lavorare con maggiore attenzione. Personalmente evito di lasciare sulla moto bagagli e oggetti che possono essere portati via, anche perché, pur essendo il garage rigorosamente chiuso durante la navigazione, la compagnia di navigazione non risponde degli oggetti lasciati incustoditi sui veicoli. |